Da quando sono diventata una sviluppatrice professionista di FileMaker ho sempre pensato che prima o poi avrei partecipato all’evento dell’anno del settore, la FileMaker Developer Conference, che ogni estate si tiene oltreoceano. Ogni anno la tentazione si è affacciata prepotentemente alla porta, ma c’è sempre stata una buona scusa per ricacciarla: troppo lavoro, impegni personali stringenti, location dislocate fuori mano per fare una toccata e fuga in modo da coniugate tempi e modi, il tanto temuto inglese (che noi italiani, pure se lo abbiamo studiato per 20 anni, lo parliamo e lo scriviamo e magari siamo pure appassionati di serie tv americane in lingua originale, pensiamo sempre che non capiremo un’acca solo per il fatto di trovarci in terra statunitense).devcon_15_banner

Quest’anno tutto si è incastrato alla perfezione (anche con qualche aiutino personale visto che ho approfittato per concedermi una bella vacanza in ottima compagnia per conoscere Utah, Arizona, Nevada e California) e proprio nell’anno in cui in assoluto ho sviluppato meno FileMaker (che poi è lo stesso anno in cui ho tentato – con successo – il mio primo esame per la certificazione) la partecipazione alla FileMaker DevCon è stata quasi scontata.

La location

Las Vegas si odia o si ama. È la prima considerazione che ritorna in mente arrivando dalla triste Los Angeles attraverso la lunga e desertica Interstate 15. Prima di partire ho letto molte notizie sulle informazioni su guide turistiche e su internet su questa città simile a nessun’altra. Le opinioni erano talmente discordanti che ho temuto davvero che avrei detestato Las Vegas dal primo istante. E devo ammettere che invece non solo mi ha sorpreso ma è riuscita anche ad appassionarmi: una fabbrica di divertimento costellata di luci, suoni e colori, un luogo senza tempo, dove puoi trascorrere tranquillamente giorni interi senza vedere la luce del sole, una gimcana interminabile di slot e tavoli verdi, un tappeto di alberghi senza confini reali, fusi insieme da tappeti scorrevoli, scale mobili, ponti pedonali, treno veloce. A mio avviso Las Vegas descrive in maniera perfetta gli americani, che puntano al massimo ma riescono sempre a non prendersi troppo sul serio (a parte quando c’è di mezzo l’orgoglio nazionale…). Certo è anche la capitale dello spreco e del gioco d’azzardo con tutti i suoi spiacevoli effetti negativi sulle persone, ma dopo un paio di giorni in città si viene quasi ipnotizzati da tutto questo e se ci si lascia un po’ andare si fa in fretta a dimenticarlo.

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Il Cosmopolitan è uno degli hotel più lussuosi della città, posizionato sulla Strip proprio di fianco al Bellagio e alle sue fontane. L’eleganza dei dettagli fa da cornice ad un posto letteralmente sconfinato, che nemmeno dentro un aeroporto internazionale ci si sente così sperduti. Il posto era talmente immenso che raramente si aveva la sensazione di essere insieme ad altre 1.500 persone, il che è tutto dire! Spostarsi da una sala all’altra per seguire le proprie sessioni preferite richiedeva in alcuni casi uno sforzo discreto, e non erano pochi quelli che approfittavano della scorciatoia attraverso la “Bamboo pool” per risparmiare qualche metro e magari rifarsi un po’ gli occhi.

La conferenza

Il programma della conferenza era composto da oltre sessanta sessioni tenute da 40 relatori, keynote, tavoli di discussione, espositori, pranzi e cene. Inutile dire che la maggior parte dei presenti provenisse dall’America, luogo in cui sviluppare FileMaker è un lavoro di pari dignità di qualsiasi altro tipo di sviluppo. L’Europa era rappresentata da una trentina di persone, tra cui noi italiani, 6 in tutto. Può sembrare un numero esiguo, ma se si esamina più a fondo il panorama italiano si scopre che le aziende che sviluppano FileMaker in modo “ufficiale” arrivano a fatica alla sessantina e nella maggioranza dei casi il team di sviluppo non va oltre al paio di sviluppatori (Giulio Villani è pessimista sull’argomento). Nel resto del mondo il panorama è totalmente diverso (“siamo una piccola azienda con solo 15 sviluppatori“) e alla conferenza erano presenti sviluppatori da ogni angolo degli USA oltre a folte rappresentanze nipponiche, australiane e cinesi.

Le sessioni

Le varie sessioni erano pensate per diversi gradi di preparazione, da una conoscenza base fino ad un livello avanzato, e suddivise in argomenti: business, sviluppo, design, mobilità, web, innovazione oltre alle demo dei prodotti degli sponsor. Era quindi possibile seguire le sessioni secondo un filo logico oppure semplicemente cogliere le sessioni più interessanti. Avevo un’idea ben precisa degli obiettivi da raggiungere al termine di questa esperienza e quindi ho scelto le sessioni più vicine a ciò di cui mi occupo quotidianamente (business e web, soprattutto). Non è un mistero per chi mi conosce che il modello di business americano sia molto vicino alla mia idea di impresa e ascoltare Mark Richman, presidente della Skeleton Key, raccontare come è passato da sviluppatore singolo a dirigere un team di sviluppo è stato davvero interessante. Sul piano tecnico il livello generale era forse più tendente al base/intermedio di quanto avessimo ipotizzato, ma d’altra parte il numero di partecipanti alla prima Devcon era molto alto. Alcune sessioni tenute dallo staff della FileMaker avevano come scopo presentare interessanti dati “under the hood”, sotto il cofano. Tra le altre mi hanno colpito molto gli interventi di Ed Ford e Albert Mark, rispettivamente Software Engineer e Software Architect della FileMaker, Inc., che hanno parlato della gestione della memoria di iOS quando l’applicazione FileMaker Go è attiva o in background.

E la lingua inglese, vi chiederete? A dirla tutta, le sessioni erano perfettamente comprensibili, mentre la varietà di accenti di ogni partecipante mi ha messo a dura prova, devo ammetterlo.

Al termine della conferenza sono stati presentati i FileMaker Excellence Awards, premi per le aziende e per gli sviluppatori che hanno particolarmente brillato nell’ultimo anno nei principali cardini a cui fa riferimento la FileMaker. Tanto per dire, la PROJEKT PRO GmbH si è aggiudicata il premio FileMaker Business Alliance Partner of the Year per l’Europa grazie alle oltre 3.000 copie di FileMaker Pro vendute a fronte di  quasi 600 FileMaker Server installati.

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Conclusione

FileMaker Guru tornerà a Las Vegas il prossimo anno? La risposta è assolutamente sì, appuntamento dal 18 al 21 luglio del 2016, sempre nella città che non dorme mai.




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Davide Mancuso

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