FileMaker 2025: un grande balzo (spiegato come si deve )

Quando esce un nuovo FileMaker, arriva anche una valanga di contenuti, comunicati, video e changelog con 72 punti. Poi però, ogni tanto, arriva un articolo che ti fa fermare. Non perché è pieno di effetti speciali, ma perché ti aiuta a capire cosa davvero è cambiato.

“FileMaker 2025 – One Giant Leap for the Platform”, pubblicato da 24U Software e firmato da HOnza Koudelka (sì, con la O maiuscola, come vuole lui), è esattamente questo.

Un articolo denso, tecnico, ragionato. Ma anche onesto, lucido, e scritto da qualcuno che FileMaker lo conosce a fondo, lo sviluppa ogni giorno e – come molti sanno – ha dato contributi reali alla crescita della piattaforma.

Se avete partecipato anche solo a una delle nostre FileMaker Week, HOnza lo conoscete.
È quello che ti spiega cose complesse con semplicità disarmante. Quello che vede più in là, ma con i piedi per terra.

Questo articolo non è un riassunto, ma una traduzione ragionata e commentata, per il pubblico italiano, di quello che HOnza ha già spiegato con maestria. Noi ci mettiamo solo un po’ di pepe (e qualche riferimento pratico), ma i meriti vanno tutti a lui.

Se poi vuoi leggere l’originale (cosa che ti consiglio), lo trovi qui:
👉 https://24usoftware.com/news/filemaker-2025—one-giant-leap-for-the-platform

E ora, vediamo insieme perché FileMaker 2025 è davvero un grande balzo in avanti.

L’intelligenza artificiale, per davvero

Chiunque abbia letto le release note di FileMaker 2025 ha visto campeggiare ovunque la scritta “AI”.
E chiunque lavori nel settore IT sa che scrivere “AI” su un software oggi è un po’ come scrivere “gluten free” sull’acqua minerale.

Per questo l’analisi di HOnza è utile: non si lascia prendere dalla moda, ma mette in fila tutte le cose che l’intelligenza artificiale in FileMaker sa già fare oggi. E spoiler: sono parecchie.

C’è il nuovo step di script Mostra risposta AI, che permette di generare output da modelli linguistici (LLM) direttamente dentro FileMaker, senza passare dal WebViewer o da OpenAI in JSON.
C’è il supporto agli agenti AI, cioè bot scriptabili che possono ragionare, scegliere strategie e restituire risposte “pensate”, non solo precompilate.

Ma la vera svolta è altrove: si può fare tutto anche su server, in background, da script.
Niente più interfacce lente o workaround fantasiosi.
Ora puoi davvero automatizzare:

  • la generazione di descrizioni da record
  • l’analisi di email o documenti
  • la classificazione intelligente dei dati
  • l’uso di modelli locali, senza inviare dati all’esterno

E tutto questo, sottolinea HOnza, è già disponibile.
Non è un’anteprima. È una novità che aspetta solo di essere capita e usata.
Cosa che, diciamolo, con l’AI non è così scontata.

Script asincroni: libertà ritrovata

La seconda grande innovazione che merita attenzione è la possibilità di scrivere script asincroni.
Sembra poco. Ma chi sviluppa lo sa: è una liberazione.

Fino a ieri, ogni script bloccava l’interfaccia.
Ogni volta che partiva qualcosa di lungo – un invio email, una chiamata API, un loop su 12.000 record – l’utente si ritrovava a fissare il cursore, pregando che finisse in fretta.

Ora no.
Con gli script asincroni, puoi avviare un processo che lavora in background mentre l’utente continua a usare l’interfaccia.
Senza freeze. Senza attese. Senza maledizioni.

Questo – e qui diamo ragione piena a HOnza – non è un dettaglio tecnico.
È un cambio di mentalità.

Vuol dire poter costruire flussi più fluidi, gestire più utenti simultanei, migliorare le performance percepite, e scrivere codice più efficiente.

Serve ripensare un po’ di logica? Sì.
Ma per una volta, è un ripensamento felice.

FileMaker Server 2025 – Il centro della scena

E poi arriva lui: FileMaker Server.
Il grande dimenticato. L’eroe silenzioso. Quello che “tanto fa tutto da solo”.

In realtà, come evidenziato bene nell’articolo di 24U, è proprio il Server che regge tutta l’impalcatura del nuovo FileMaker.

È lui che ospita gli agenti AI.
È lui che esegue gli script asincroni.
È lui che ora supporta modelli linguistici locali, senza dover passare da cloud esterni.

E come se non bastasse, ha pure un’interfaccia amministrativa nuova. Più chiara, più usabile, più moderna.
Non è un restyling da marketing. È un invito implicito a iniziare a usarlo davvero, non solo a installarlo e dimenticarselo.

Come dice giustamente HOnza:

“If you don’t use it, you pay for FileMaker and only get half of it.”

Non possiamo che sottoscrivere. Anzi: probabilmente molti lo usano al 20%.
E ora sarebbe il caso di cominciare a recuperare.

Studio + Connect: funziona (finalmente)

Parlarne bene nel 2023 sembrava più un atto di fede.
Nel 2024, un atto di diplomazia.
Nel 2025, finalmente, parlarne bene è solo realismo tecnico.

Claris Studio e Claris Connect oggi funzionano. E funzionano insieme.
Lo dice chiaramente anche HOnza: i moduli di Studio possono raccogliere dati e trasferirli a FileMaker tramite flussi Connect in modo affidabile, replicabile, senza plugin e – cosa non da poco – senza dover litigare con mille workaround.

  • I form si compilano.
  • I dati arrivano.
  • I flussi si attivano.
  • Gli script partono.
  • Gli utenti… non si lamentano.

Cosa si può volere di più?

HOnza non si lancia in promesse da brochure.
Semplicemente osserva che la piattaforma è ora abbastanza matura per costruirci qualcosa sopra.
E non solo esperimenti, ma veri flussi produttivi, integrati in sistemi aziendali.

Certo, bisogna cambiare approccio.
Studio non è il WebViewer.
Connect non è Zapier.
Ma se li prendi per quello che sono, puoi fare cose che un anno fa sembravano fantascienza per uno sviluppatore FileMaker.

E non serve essere un esperto di frontend o un dev con mille ore su AWS.
Serve solo capire dove inizia e dove finisce ogni componente.
Cosa che – diciamolo – è un gran passo avanti, dopo due anni di comunicazione confusa.

I dettagli che fanno (molta) differenza

A ogni nuova versione, c’è una categoria di novità che non finisce nei titoli, non viene mostrata nei webinar ufficiali, e spesso non compare nemmeno nei primi post entusiasti sui social.

Sono quei piccoli miglioramenti, bug risolti e comportamenti corretti che, per chi sviluppa tutti i giorni, fanno più differenza di mille nuove feature.

E FileMaker 2025, anche in questo, è più generoso del solito.

  • I portali che smettono di comportarsi in modo imprevedibile (soprattutto con i dati relazionati).
  • I foundset che reagiscono in modo coerente ai filtri e alle selezioni, senza giravolte assurde.
  • Le performance migliorate su layout pesanti, campi calcolati e tabelle larghe.
  • La stabilità del caricamento dinamico in WebDirect.
  • Le nuove funzioni JSONGetElementType, GetLiveText, GetFoundCount in contesti asincroni.

Non sono cose da keynote. Sono cose che ci fanno bestemmiare meno, e questo, per uno sviluppatore, vale più di mille gif motivazionali.

HOnza li chiama improvements that simplify the life of developers.
Noi li chiamiamo: finalmente.

Conclusione? Leggilo. E poi mettiti al lavoro!

Se sei arrivato fin qui, c’è una sola cosa da fare:
👉 Leggi l’articolo originale di HOnza Koudelka su 24U Software:
https://24usoftware.com/news/filemaker-2025—one-giant-leap-for-the-platform

È uno dei rari articoli che riesce a unire profondità tecnica e lucidità strategica, senza mai perdere il contatto con la realtà quotidiana dello sviluppo.

E se ti ha fatto venire voglia di “rimettere mano” al tuo sistema, aggiornarlo, riscrivere processi, provare le novità… allora ha fatto il suo lavoro.

E noi, nel nostro piccolo, speriamo di aver aiutato a tradurre quel lavoro per la community italiana.
Con un po’ di ironia, ma anche con sincera gratitudine.

Perché quando HOnza scrive, vale la pena fermarsi e ascoltare.
Poi, come sempre, si torna a sviluppare. Ma con un’idea più chiara di dove si sta andando.

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